I Big Data sono enormi volumi di dati provenienti da differenti fonti aziendali che, analizzati in tempo reale, determinano un nuovo modo di interpretare e gestire le informazioni in azienda e consentono di ottenere nuove forme di conoscenza aziendale. Che cosa vuol dire?
Grazie ad un nuovo modo di analizzare grandi quantità d’informazioni di qualità, strutturate (come database, transazioni, log file, ecc.) e non (documenti cartacei, email, immagini, ecc.), è possibile comprendere in modo più approfondito e rapido le dinamiche del proprio mercato di riferimento, anticipando ad esempio alcune decisioni di marketing con un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti.
L’utilizzo dei Big Data consente appunto di analizzare grossi volumi di dati, di diversa provenienza e in tempo reale.
I Big Data sono già utilizzati da aziende di medio-grandi dimensioni che, grazie anche all’integrazione con i servizi di cloud computing, iniziano ad apprezzarne i benefici e l’utilità e anche le PMI si stanno avvicinando con interesse a questo mondo, in grado di offrire reali vantaggi competitivi, tempestività decisionale e incrementare la soddisfazione dei clienti.
I dati gestiti ed elaborati dalla PA sono “big” per definizione e le amministrazioni sono tra i principali generatori e collettori di informazioni, spesso non sempre strutturate.
Ma i dati realtivi alla pubblica amministrazione sono “big” anche dal punto di vista della varietà e dell’interesse economico. In questo contesto diventa prioritario sfruttare l’enorme quantità d’informazioni per migliorare i servizi tra le stesse PA , e i servizi rivolti ai cittadini e imprese.
Le attività alle quali l’Agenzia per l’Italia digitale è chiamata ad operare compongono una strategia complessiva sui dati, che indirizza un’area di intervento prioritaria che è quella, appunto, dei Big data. Le politiche di Big data richiamano, dunque, una forte attenzione sui modelli di realizzazione dei sistemi informativi pubblici e di raccolta di informazioni da parte delle amministrazioni.
I Big data sono fondamentali per la pubblica amministrazione, in particolare il loro legame stretto con gli open data: i dati dell’amministrazione sono big, ma devono essere “aperti” e soprattutto “leggibili” da parte di cittadini e imprese. Non basta infatti rendere pubbliche le informazioni: fornire troppi dati, disomogenei e dispersi significa – di fatto – non averne reso pubblico nessuno. La soluzione per evitare queste distorsioni sta proprio nel ricorrere alle tecnologie per all’analisi dei Big data con l’obiettivo di estrarre degli open data in grado di riattivare la trasparenza nell’amministrazione, tramite il controllo dei cittadini.
Per ulteriori approfondimenti :
http://www.agid.gov.it/agenda-digitale
http://www.corrierecomunicazioni.it/